“Non offendere i porci”: questa l’espressione incriminata che aveva portato i protagonisti della vicenda in tribunale per diffamazione. In particolare l’autore del commento era gestore di un blog sul quale aveva scritto una lettera aperta destinata proprio alla persona offesa. Non solo: l’autore del blog non rimuoveva i commenti offensivi che altri lettori avevano pubblicato sotto il suo post.
La decisione della Corte. Con la sentenza 12546 del 2019 la Corte ha confermato la condanna per diffamazione aggravata.
- La responsabilità del blogger per fatto altrui non è assimilabile a quella del direttore di giornale, in quanto non si tratta di attività professionalmente svolta.
- Il blogger ha una posizione di garanzia? No, tuttavia la corte ritiene che il blogger rimanendo inerte di fronte ai commenti offensivi, in un certo senso si “riappropri” della condotta diffamatoria altrui, partecipandovi in concorso. Si tratta quindi di una pluralità di reati integrati dalla ripetuta trasmissione del dato denigratorio. Il blogger quindi pur non rispondendo per l’omesso controllo sui commenti, è responsabile dei contenuti pubblicati.
Come ci si difende in caso di offesa su un blog?
- segnalare al titolare del blog/sito il post denigratorio o ingiurioso
- se il post viene cancellato dal titolare, egli non potrà essere ritenuto responsabile dei commenti sul suo sito da parte dei terzi
Se invece il post non viene rimosso tempestivamente la persona offesa potrà sporgere:
- denuncia contro il titolare del sito o del blog
- denuncia contro il responsabile del post offensivo.
A chi ci si può rivolgere?
La vittima delle offese potrà rivolgersi alla polizia postale con la stampa della pagina contenente il post denigratorio con l’indicazione dell’indirizzo web del dito sul quale il commento è pubblicato.
Cosa si può ottenere?
- rimozione del post
- risarcimento del danno.